(Galanthus nivalis)
(dialettale: canpanela)
Accarezzati da qualche debole raggio di sole o anche da qualche fiocco di neve, i bucaneve rappresentano l'avanguardia di quella moltitudine floreale che tra aprile e maggio s'impegnerà ad invadere ogni angolo, simboli quindi di una speranza che anche nelle avversità più estreme ci invita a superare lo sconforto.
Ma come può permettersi una tale precocità? Il segreto sta nel suo bulbo sotterraneo, nel quale foglie trasformate in scaglie carnose, ricche di fecola, alimentano il germoglio troppo debole per bastare a se stesso.
E le riserve sono così abbondanti da stimolare lo sviluppo di una guaina che abbraccia due uniche foglie lineari e un gambo che sorregge una corolla solitaria, pendente come una campanella o una lampada.
Tre grandi sepali lattei sono disposti a protezione della corolla interna di tre petali, anch'essi candidi ma con verdi goccioline all'apice di ognuno, i quali ospitano sei stami aranciati e un unico pistillo.
Il suo nome significa ' latte e fiore', quindi fiore color latte della neve, immagine di allegria, freschezza, novità, purezza. Forse vuol rivaleggiare col bianco della neve da cui si distingue per quella macchiolina verde e per quel profumo indefinibile, fatto soltanto d'aria e di sentore d'erba brinata.
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