(Crocus vernus)
(dialettale: mirandola)
Minuti e raccolti, vestiti di tinte pastello, irrompono dall'erba secca o anche da macchie di neve ancora persistenti come candele che s'accendono all'improvviso.
E in effetti lo stilo filiforme con stigmi allargati di un vivido color rosso- aranciato sembra i fili incandescenti di una lampadina accesa la cui luce si diffonde con un alone soffuso: a fare da schermo sono i 6 tepali, tre esterni e 3 interni, a forma di spatola arrotondata.
Ogni pianta mette vistosamente in mostra uno o due fiori non odorosi, provenienti direttamente dal loro bulbo arrotondato, più o meno schiacciato ai poli ed avvolto da tuniche fibrose, una perfetta cipollina a forma di fiasco, che avvizzirà e si atrofizzerà dopo la fioritura, vero sacrificio d'amore.
Forse per questa esposizione di organi sessuali e per questo annullarsi a favore della riproduzione, gli antichi pensavano che indicasse passione ed amore e lo volevano come ingrediente nei filtri d'amore.
La sua però è una bellezza effimera, dura poco e soltanto se sboccia in gran quantità attira l'attenzione; s'incaricheranno poi le foglie lineari a ricostituire le riserve di cibo riformando un nuovo bulbillo per la fioritura dell'anno successivo.
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