(Gladiolus palustris)
(dialettale: spade)
'Spade' erano volgarmente chiamati un tempo i fasci di foglie di questa pianticella, foglie orgogliosamente erette in modo da esporre al sole una faccia sinistra ed una destra uguali tra loro, con nervature parallele abbastanza rilevate e una punta aguzza pronta a colpire; e difatti il latino 'gladiolus' significa 'piccola spada'.
Cresce in prati umidi, i quali però nella stagione calda possono diventare duri e compatti, da un piccolo bulbo, avvolto da brune fibre intrecciate, a forma di pallina schiacciata ai poli.
Dopo che le foglie verde cupo si sono ben sviluppate appare un fusto gracile e un po' contorto nella cui estremità superiore si dispongono i fiori color porpora più o meno intenso.
Il primo ad aprire la propria corolla è quello più in basso, sopra il quale si allineano ordinatamente gli altri boccioli, tutti rivolti dallo stesso lato, come a voler guardare nella stessa direzione.
Le corolle sono leggermente curvate verso terra, facendosi strada fra brevi brattee pallide e mostrano una metà destra simmetrica di quella sinistra: il tepalo superiore forma una specie di tettoia, i due laterali sono simili ad ali distanziate dal resto e i 3 inferiori quasi sovrapposti sfoggiano striature più chiare e più scure, consuete indicazioni agli insetti sulla via da seguire.
Protetti dal tettuccio se ne stanno 3 stami ricurvi con filamenti piuttosto curvi e un pistillo evidente terminante a tre punte; la sua avvenenza è tale che suscita negli umani irrefrenabile desiderio di impadronirsene, per cui è stato dichiarato 'pianta protetta'.
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