(Urtica dioica)
(dialettale: ortiga)
Da giovane l'ortica si presenta con un aspetto ingenuo, fresco e parrebbe accomodante; ma basta anche un solo leggero tocco alle foglie per essere punti dal suo pelo che è fatto come un ago da iniezioni.
Esso inizialmente è una semplice cellula del fusto e delle foglie, la quale, durante lo sviluppo, s'ingrossa e si unisce ad altre che formano una specie di piedistallo facendola allungare ed inclinare, mentre al di sotto la membrana che la riveste s'assottiglia.
Se urtata, questa si lacera e la punta sottilissima che è ripiena di acido formico ed altri fluidi urticanti viene spinta fuori dalla sua base e sparge questo liquido su quello che considera un nemico.
Non è altro che il suo modo di difendersi dagli erbivori che altrimenti la sterminerebbero ed anche dagli uomini che la raccolgono e la usano per molteplici scopi.
Cresciuta, si riconosce facilmente perché sui suoi fusti rossastri, quadrangolari e forti pendono, attorno ai nodi, tra le foglie triangolari, delle spighe simili a frange verdastre.
A prima vista sembrano tutte uguali, invece alcune piante portano fiori maschili eretti che racchiudono 4 stami, altre fiori femminili penzolanti corredati di ovario, che aspettano di essere raggiunti dal polline trasportato dal vento: per questo le infiorescenze non hanno alcuno degli accorgimenti usati per attirare gli insetti.
Se per qualche ragione l'unico seme che produce ogni fiore femminile non dovesse formarsi, l'ortica non si perde d'animo, assicura la continuazione della sua vita per mezzo del suo rizoma.Ha una tale vitalità che basta ne resti anche un solo mozzicone nel terreno perché rigermogli.
Nell'antichità si riteneva che questo prodigioso vigore potesse essere trasferito agli umani; ad esempio il poeta romano Petronio esortava gli uomini bisognosi di riacquistare la virilità a farsi frustare con un mazzo di ortiche nella parte bassa del corpo: una flagellazione davvero eccitante!
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