(Convolvolus arvensis)
(dialettale: beluriga)
Petali saldati lungo tutta la loro altezza formano una corolla a campana o ad imbuto con linee di piegatura evidenti: il vilucchio dei campi ne ostenta una leggermente rosata e di minori dimensioni rispetto a quella del vilucchione o convolvolus sepium.
In genere al di sopra del fiore aperto si preparano i boccioli con la corolla ritorta e gli spicchi avvoltolati come un ombrello chiuso, sorretti da un calice con sepali liberi e smarginati.
Normalmente l'apertura dura soltanto un giorno e deve bastare per poter effettuare il 'do ut des' con gli insetti impollinatori attirati dalla presenza di nettare e da un lieve profumo di vaniglia.
I fiori sono portati da fusti volubili che s'avvolgono ai sostegni con giri molto stretti e che s'espandono in orizzontale , dato che la dimora che si sono scelti sono i campi e i prati dove non trovano piante molto alte, per cui fanno presto a raggiungere un posto al sole, distendendo attorno una scia di piccole foglie in parte cuoriformi e in parte lanceolate.
Il tutto proviene da lunghi rizomi sotterranei, occulti e maligni, con i quali si può intraprendere una lotta nel tentativo di estirparli, ma sapendo che sarà persa in partenza
Rappresenta perciò il simbolo dell'invadenza, mascherata di civetteria per la grazia e il candore con cui le corolle sembrano assicurarsi la simpatia di chi le contempla.
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