(Genista germanica)
(dialettale: galet)
Cresce in luoghi incolti e desolati, nelle vicinanze di boschi solitari, questa ginestra, dura e spinosa nella parte inferiore, morbida, fresca e vivace nell'estremità superiore dove nel momento della fioritura s'accende il sole.
Pare apprezzi le pietre, la ghiaia e i terreni poveri, a costo di patire la fame e la sete: pone però un rimedio a questa situazione critica, cospargendosi di peli i quali, essendo formati di cellule morte piene d'aria , possono avere l'effetto di ridurre l'evaporazione.
E se ciò non bastasse, diminuisce anche il suo numero di foglie, vagamente somiglianti a quelle del trifoglio, trasformandole in spine e rimpicciolendo così la superficie esposta ai raggi solari.
I suoi fiori dorati raccolti in brevi gruppi sbocciano mostrando la loro struttura a farfalla; un petalo più lungo degli altri e rivestito di peli morbidi e radi, è diretto verso l'alto, ai lati ne penzolano altri due a mo' di orecchie cadenti e sotto si drizza un petalo ripiegato a cappuccio.
I 10 stami uniti insieme per la base ad eccezione di uno libero e un pistillo con lungo stilo ricurvo in alto restano chiusi nel petalo inferiore se il fiore non viene disturbato, altrimenti sono in grado di scattare come molle.
La sua bellezza suggerì nel Medioevo di usare la ginestra come simbolo di modestia e d'umiltà e diversi sovrani la scelsero per ornare il proprio stemma di famiglia: pianta umile ma onorata.
Nessun commento:
Posta un commento