(Eriophorum angustifolium)
(dialettale: penacio)
Nei prati di torbiera e intorno a pozze di acqua stagnante di Valpiana, circa a inizio estate, s'accende una luce bianca che dura a lungo: migliaia di nappe leggere sventolano all'aria fra un tremolio di riflessi luminosi.
Sono le infiorescenze dell'erioforo o pennacchio a foglie strette, una pianta perenne assomigliante ad una graminacea, che forma ciuffi fitti di foglie coriacee, in genere abbraccianti gli steli lisci, così poco appariscente, da non essere notata.
Ma poi alla sommità di questi fusti, da guaine marronastre un poco gonfie, emergono ineguali peduncoli ruvidi che portano spighette dove sono disposti a spirale fiori maschili fusi a un fiore femminile; a maturazione, si trasformano da brutto anatroccolo a cigno, diventando soffici e lucide teste lanose.
Insieme a foglioline squamose che fanno da contenitori protettivi, questi fiocchi cotonosi, soprattutto in ambienti con clima molto freddo, pare abbiano la funzione di aumentare la temperatura in modo che gli organi di riproduzione adempiano alla propria funzione.
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