(Plantago media)
(dialettale: piantal)
Vive sola o vicina ad altre piante sorelle fin sotto i nostri piedi e sopporta di essere schiacciata, lacerata, corrosa, diserbata, ignorata da molti, ma continua a riapparire, dignitosa e forse più consapevole degli umani dei suoi pregi.
Non era così negletta nei tempi antichi, quando era ritenuta un vero e proprio toccasana, definita 'erba sacra' dagli Anglosassoni e 'centonervi' dalla scuola medica Salernitana.
Anche a me, molto piccola, quando la farmacia era un termine quasi sconosciuto, era stato spiegato che se un'ape o altro insetto ti pungeva, bastava cercare le sue foglie, e di solito erano lì a poca distanza, schiacciarle in modo che uscisse un po' di succo e premerle sulla puntura: il bruciore spariva in breve tempo.
Le sue foglie molto regolari nella forma e nella disposizione a corona attorno allo stelo fiorifero centrale sono percorse da 5-9 nervature quasi parallele e molto in rilievo, come vene di mani anziane, nella pagina inferiore, mentre nella superiore, in corrispondenza, si evidenziano delle linee incise poco profonde.
Alla sommità del lungo gambo solitario e abbastanza consistente sono fittamente raggruppati insignificanti fiori con calice verde, 4 minuti petali biancastri e, per compensare, 4 lunghissimi stami rosei con antere grosse come tutto il fiore.
Essi appaiono man mano che i fiori sbocciano dal basso verso l'alto e, avvolgendo gradatamente la spiga, le fanno assumere l'aspetto di una delicato piumino da polvere che, nel momento dell'appassimento, diventata marronastra, sembrerà un insetto peloso.
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