(Pinus sylvestris)
(dialettale: pin)
In Estremo Oriente il pino evoca l'Immortalità, grazie alle caratteristiche del legno, delle foglie e alla presenza della resina ed è anche simbolo di potenza vitale, di fecondità e di longevità.
Effettivamente, la corteccia del tronco ti fa pensare alla pelle rugosa di un patriarca che però sostiene e fa prosperare una chioma che ha un aspetto giovanile ed audace allungandosi senza paura anche fino ai 40 metri di altezza.
I rami sinuosi più o meno regolari portano foglie verde glauco sempreverdi che vengono lasciate cadere quando la loro età stabilisce che hanno concluso il loro compito e non in rapporto alle stagioni; del resto sono adattate alla stagione invernale facendo loro assumere la forma di ago per ridurre la traspirazione, riunendole a coppie su rigide guaine resinose alla base.
Questa resina, da 'rasa - succo organico' essuda dal legno in goccioline: gli umani, per procurarsene in gran quantità incidevano il tronco della pianta che poteva anche morirne; era preziosa perché da essa , oltre che ricavare prodotti medicinali, si ottenevano la trementina, la pece molle e la pece dura.
Sulla stessa pianta si trovano infiorescenze maschili che sembrano tanti ovuli addensati alla base dei germogli, così ricchi di polline da ingiallire la superficie sottostante quando soffia il vento; meno visibili le femminili, isolate all'apice dei nuovi getti, di color rossiccio e somiglianti a piccoli coni squamosi.
Si trasformeranno lentamente in pigne che necessitano anche di 3 anni per maturare, per cui sugli stessi rami possono convivere infiorescenze, pigne giovani, mature e secche.
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