(Castanea sativa)
(dialettale: castegner)
Un castagno di una certa età si riconosce facilmente perché i segni del tempo si imprimono profondamente nella sua pelle: tronco massiccio grigio scuro contorto e solcato da fenditure, seccume di rami anche di notevoli dimensioni, chioma più rarefatta e di forma irregolare.
Ma la lotta per la sopravvivenza è per lui una ragione di vita: ed ecco che spuntano alla base nuovi polloni o lungo il fusto nuovi ramoscelli che con il loro giovanile aspetto bilanciano l'aria di decadenza che spesso avvolge quest'albero coltivato dall'uomo da tempo antichissimo.
Inconfondibile è la sua foglia: ellittica con una grossa nervatura centrale da cui si dipartono le secondarie, circa una ventina per lato, le quali, mantenendosi parallele s'allungano fino al margine in corrispondenza di dentini che terminano in una punta aguzza.
Verso giugno si tinge di un bel giallo caldo perché all'estremità dei rami si presentano i fiori: lunghi amenti rigidi, formati da innumerevoli agglomerati di corpiccioli tondi sono i maschili, verdognoli prima delle maturazione; alla base di questi, qua e là, sono disposti miniricci con aculei morbidissimi da cui fanno capolino dei bianchi pistilli.
Se l'impollinazione, favorita dal lavorio delle api le quali col nettare producono un aromatico miele, andrà a buon fine, questo carpello, frutto in via di formazione dall'aspetto molto delicato, diventerà un grosso e minaccioso riccio dalle spine pungentissime.
Cosa non si fa per difendere i propri figli!
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