(Geranium sanguineum)
(dialettale: )
Si dice geranio e si pensa alle piante che in estate chiassosamente rallegrano con le loro tinte vistose balconi e terrazzi; non si immagina che invece i gerani sono distribuiti nei prati e nei boschi e anche nei luoghi umidi.
La confusione nell'attribuzione del nome è nata perché i primi, i cittadini, che sono però pelargoni, hanno in comune con i selvatici la forma del frutto, allungato ed appiattito come il capo e il becco di una gru.
Quando esso è maturato e seccato, le strisce che formano il becco d'uccello si aprono dalla base verso l'alto, talvolta arrotolandosi, formando così una guglia con 5 riccioli laterali avvolti a spirale e terminanti in una valva contenente ciascuna un seme che viene lanciato lontano.
Invece pianta e fiori si differenziano: questo geranio è un'erbacea perenne, pertanto resiste al caldo e anche al freddo lasciando cadere le foglie, ma facendo sopravvivere dei fusti sotterranei, legnosi, da cui sprizzano nel tempo opportuno gemme biancastre che danno origine a foglie fitte e a fiori leggeri.
Le foglie a palma di mano, con margini frastagliati, verde brillante, sottolineano la delicata bellezza dei petali d'un rosa più o meno intenso, disposti in corolle semplici e piane quasi impalpabili.
Sono 5, corredati da ghiandole nettarifere, con la parte più stretta biancastra ad evidenziare i 5 stami con antere violacee e morbide fenditure longitudinali chiare, mentre il pistillo riprende la tinta dei petali: un'alternanza di tinte davvero perfetta!
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