sabato 20 luglio 2013

Veratro

(Veratrum album)

(dialettale: erbasco)


In Valpiana si estendono dei prati umidi che in estate appaiono come altari costellati da una miriade di candelabri alti e verdastri: sono le piante di veratro in fiore.

Già esse attirano l'attenzione molto prima per il rigoglio del loro fogliame che si presenta ricco e folto, composto da cilindrici fusti eretti inguainati da foglie basali oblunghe ed ampie con numerose nervature  e pieghe longitudinali in rilievo.


Lentamente l'asse fiorale s'allunga , le foglie si trasformano in brattee e dall'ascella di ognuna si protende un breve peduncolo che sorregge un fiore.

I fiori, su questo stelo o sacro o sinistro a seconda dei punti di vista, sono però innumerevoli e tutti formati da 6 tepali ovali e ben disposti a raggiera, all'esterno di color bianchiccio e all'interno di quel verde mela che da l'idea del marcio; sottolineano l'aspetto tenebroso anche 6 stami con tonde antere giallastre ripiegate verso il basso, come arpioni pronti ad infilzare.


'La tua indifferenza mi uccide' è il significato preoccupante assegnato al veratro che è pianta velenosa in tutte le sue parti ed anche così forte da prendere il sopravvento sulle altre erbe del prato.

Si dice che la prima fioritura avvenga dopo che il suo rizoma nerastro si è sviluppato nel terreno per 10 anni; sembra che ciò però non sia del tutto esatto, perché, in quest'anno molto fresco ed umido, pare che tutte le piante presenti abbiano voluto mostrarci il fascino mortale della loro fioritura.

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