Al crescione primaticcio va davvero a genio l'inverno durante il quale incrementa notevolmente la sua presenza, in genere nei terreni a nuda terra lasciati a riposo, disponendo fitte fitte delle rosette di foglie, in modo tale che il tutto appare come una densa stuoia.
Dal centro, direttamente dal punto dove la sottile radichetta a fittone s'immerge, s'innalzano numerosi fusti quasi spogli, ma impegnati a reggere alla loro sommità dei fiori che si aprono se splende il sole a mostrare le corolle con 4 petali solcati da leggere nervature e disposti in croce.
La fioritura continua a lungo e convive con i frutti, lunghe silique ben erette che superano del tutto questa specie di chignon vegetale, simili alle 'gusele' che molto tempo fa le spose, nel giorno delle nozze, usavano per ornare i capelli.
E forse non a caso, nei tempi andati, il succo ottenuto spremendo questa pianta da fresca era un rimedio per curare la perdita dei capelli e le sue tenere foglie arricchivano il pasto, rendendolo pepato se usate crude.