Si scopre all'improvviso, come s'addice a chi è indicato quale sinonimo di modestia e timidezza: fino al giorno prima camminando su quel prato si scorgeva solo erba, poi una fantasmagoria di corolle, naturalmente violacee, annuncia che la primavera s'è davvero imposta.
Coltivato già dai Greci e dai Romani, convinti questi ultimi che le sue corolle tenute nelle sale dove vi era un banchetto allontanassero i fumi del vino, ha avuto poi l'onore di essere disegnata da Leonardo da Vinci, di dare il nome all'eroina di una tragedia musicale del Verdi, di essere simbolo dei seguaci di Napoleone, di avere notorietà enorme nell'Ottocento.
Il tutto si sviluppa dal rizoma, una tarchiata radice fibrosa da cui si dipartono numerosi fusti radicati ed aerei che danno origine a foglie, fiori e a stoloni, rami filiformi che s'allontanano dalla pianta madre per attuare il suo istinto coloniale.
Da ingenua e semplice, la viola divenne nel tempo complicata e raffinata a causa dell'uomo e del mercato che ne richiedeva grandi quantità.