sabato 15 giugno 2024

Scarpetta della Madonna

(Cypripedium calceolus)

Ci sono state 3 lunghe primavere di attenta ricerca della Scarpetta della Madonna o di Venere, orchidea molto rara e quindi speciale, ma, più sfortunata del principe nella fiaba di Cenerentola, non ho mai raggiunto il risultato desiderato.
Soltanto la cortese disponibilità di un abitante di Valpiana ad accompagnarmi, al momento opportuno, cioè verso fine maggio, nel luogo dov'era in fiore, m'ha offerto quest'anno l'inestimabile gioia di poterla contemplare e di confermarmi nell'idea che la natura sappia rifinire ogni dettaglio fino alla perfezione.



Il suo nome popolare, 'scarpetta, pianella, pantofola' già indica la strana conformazione del fiore che sboccia, grande e vistoso per le sue tinte contrastanti: rosso scuro sui tepali allungati, in parte penduli e ritorti ad elica, giallo oro sul labello, panciuto, rigonfio come una piccola calzatura.


L'apertura superiore di questo è occlusa parzialmente da una specie di ventaglio macchiato di rosso con superficie lucida  e da 2 stami rotondeggianti ricoperti di granuli vischiosi.
Perché questa complessità?
Non è altro che lo stratagemma realizzato per ingannare gli insetti i quali, attirati dal colore e dal leggero profumo di albicocca, si posano sul labello e precipitano nella cavità interna, costretti poi ad una via obbligata d'uscita che li spinge a strisciare sul polline che s'attacca al loro corpo e può essere aviotrasportato su altri fiori.


È questa una questione di vita o di morte, perché di per sé i semi che si possono originare hanno embrioni di poche cellule, quindi faticano a germinare e per questo si fanno aiutare anche da spore micorrize che vivono in simbiosi con le radici della pianta, attuando uno scambio di sostanze utili ad entrambe.




Silene

(Silene vulgaris)

La parte fogliare si sviluppa assai presto su fusti rigidi con nodi evidenti da cui escono le foglie che sono opposte, oblunghe ed appuntite, di un bel colore glauco e su di esse la pioggia e la rugiada scivolano via per la loro consistenza cerosa; cucinate s'ammorbidiscono e si mangiano in vari modi.


S'innalza poi un lungo fusto sul quale s'ingrossa un calice biancastro o di color neutro, percorso da un reticolato venoso più scuro e terminante con 5 punte: era un vero gioco un tempo far scoppiare questi palloncini battendoli in fronte e gareggiare per vedere chi produceva lo scoppio più forte.


Da questo piccolo otre penzolante s'affaccia una corolla composta da 5 petali bianchi profondamente suddivisi in punta ed avvolgenti gli stami piuttosto corti e quasi del tutto racchiusi nel calice, dal quale invece sventolano 3 pistilli.



La struttura dell'infiorescenza che si compone piano piano è singolare: alla sommità dello stelo si forma il primo fiore e poi sotto spuntano due ramoscelli a loro volta con un fiore terminale, al di sotto del quale si sviluppano altri due ramoscelli e si potrebbe continuare all'infinito come nella filastrocca 'C'era una volta un re seduto sul sofà....'.