Nell'atmosfera spenta di questa pazza stagione invernale, così umida e piovosa, un tocco di rosso fuoco aiuta a scogliere la malinconia: sono le bacche accese del sorbo degli uccellatori, una vera ghiottoneria per gli uccelli del bosco i quali, ad una ad una, le fanno sparire.
Proprio per questo gli umani lo hanno notato come possibile 'albero da caccia', appostandosi nelle siepi o al limitare dei boschi dove cresce spontaneamente o piantandolo nei roccoli in modo che i suoi frutti attirino le prede volanti nella prigionia delle reti.
Nella tradizione nordica il sorbo era collegato a valenze magiche positive, ritenendolo un simbolo di rinascita dopo l'oscurità che cominciava a diradarsi nel periodo compreso tra la fine di gennaio e la metà di febbraio, in cui per i Celti cadeva una grande festa, chiamata da noi Candelora.
Ed è confortante sapere che, se null'altro ci può aiutare in tempi difficili, possiamo come gli antichi pensare che i suoi rami carichi di frutti siano amuleti contro ogni disgrazia.