giovedì 27 giugno 2024

Eliantemo maggiore

(Helianthemum nummularium)

Si dice che le belle cose durano poco e ciò pare valere anche per l'eliantemo, 'fiore del sole', perché le sue corolle si schiudono con l'apparire della luce e durano soltanto fino al tramonto, talvolta anche perdendo i fragili petali durante la giornata per qualche soffio di vento troppo impetuoso o per un improvviso rannuvolarsi del cielo.


Per fortuna la pianta rimedia a questa fragilità impegnandosi in una produzione continua  di fiori, facendo dispiegare il primo dei boccioli sottostanti, appeso a un peduncolo curvo simile ad un peloso lampadario, il quale mette in mostra le sue lucenti spiegazzature come una preziosa piccola moneta.


I 5 petali, disposti con elegante regolarità, sorretti da 5 sepali percorsi da nervature striate di rosso, sfoggiano al centro un consistente ciuffo di una decina di stami che fanno corona ad un unico pistillo esile e contorto, pronto a trasformarsi in una capsula fruttifera con molti semi.
S'assicura così la continuazione della vita attraverso i propri discendenti, se le nuove piantine troveranno una posizione assolata dove l'acqua possa fluire rapidamente, prevalentemente quindi su scarpate sassose, occhieggiando tra altre erbe per seguire il corso del sole, la cui presenza è per loro fondamentale.

Ligustro

(Ligustrum vulgare)

Arbusto parente del lillà, ma molto meno appariscente, il ligustro in primavera mostra delle gemme appaiate e scure da cui fuoriescono foglie piccole, coriacee, somiglianti a quelle dell'olivo, solo un po' più scure e disposte ordinatamente su rami regolari e flessibili.
Tale elasticità, naturalmente sfruttata dagli umani, gli ha fruttato anche il nome, da 'ligare-intrecciare' e nell'ottocentesco linguaggio dei fiori evocava la gioventù e nello stesso tempo la necessità di divieti e proibizioni.



L'infiorescenza è una spighetta di fiori bianco giallini i quali spargono, soprattutto di sera, un odore acuto che attira molti insetti, tra cui la farfalla detta Sfinge del ligustro, capace di librarsi sulle ali per starsene sospesa mentre aspira con la lunga proboscide il nettare.
Sulla corolla, a forma di imbuto, si aprono a stella 4 petali acuminati sui quali svettano 2 stami lunghi con antere di proporzioni notevoli rispetto al resto ed un pistillo.



Dopo la maturazione il bianco vira al marrone e i fiori daranno origine a bacche nere e lucide, disposte a pannocchia, particolarmente gradite agli uccelli, ma non commestibili per gli uomini.
La pianta, pur così sobria nelle tinte, è invece una dispensatrice di sostanze coloranti: dalla corteccia un tempo si estraeva un colore giallo, dalle bacche un inchiostro violetto e un colorante per il vino.