martedì 9 aprile 2024

Gigaro scuro

(Arum maculatum)

Se, nei mesi primaverili, cammini lungo delle siepi fresche ed ombrose dal lato nord, puoi vedere ciuffi folti di foglie di un bel verde talora maculato di bianco o di bruno tra cui ce n'è una più chiara, la quale, invece di disporsi orizzontalmente rispetto al terreno, s'innalza diritta verso il cielo: non sempre arrivi ad immaginare che il suo compito è diverso.


Aggirando le piante in direzione sud, scopri che questo cartoccio arrotondato contiene, custodisce e protegge una spiga grossa e carnosa, una specie di clava violacea, chiamata anche, nei paesi anglosassoni, ' pene del cuculo'.
La sua funzione è quella di richiamo degli insetti per mezzo dell'odore acre e nauseante che emana e per il colore vistoso; invece i veri fiori sono alloggiati nella parte inferiore dell'asse carnoso e disposti a strati: prima dei fiori sterili a forma di filamenti rivolti verso il basso, posti proprio dove la spata si restringe, seguiti da fiori maschili, da altri fiori sterili e infine dai femminili, tutti quanti piuttosto minuscoli ed indifferenziati nelle loro parti.


All'interno di questa camera, quando maturano gli stami, la temperatura si alza anche di diversi gradi rispetto a quella esterna, da cui il nome il nome della pianta 'arum- calore'; ne godono gli insetti, i quali scivolando lungo le lisce pareti della spata, sono precipitati tra i fiori con i peli disposti in senso contrario all'uscita. Così, senza poter risalire, inquieti s'aggirano senza trovare vie d'uscita e nel loro folle volo si prestano ad impollinare i fiori femminili che fioriscono per primi.


La pianta aprirà le porte della loro prigione facendo appassire i fiori più in alto solo quando saranno ben imbrattati del polline dei suoi fiori maschili e sazi potranno volarsene via, pronti a visitare un altro gigaro in diversa fase di maturazione.
Mirabile esempio di inganno a lieto fine per tutti.




Latrea comune

(Lathraea squamaria)

Quando la vedi emergere dalle foglie marcescenti con quel rosa delicato, pensi a qualcosa di fragile, di raffinato, di dolce come un bambino appena nato, incapace quindi di azioni scellerate.



Invece è una pianta che solitamente se ne sta rintanata nell'oscurità del terreno, 'nascosta' come illustra il suo nome, per tutto l'anno, tranne che in quel breve periodo quando vuol ostentare al mondo l'eleganza della sua infiorescenza.
Occulta quindi la sua vera natura, quella di essere una pianta parassita, in pratica una scroccona che mangia in casa altrui senza doversi affaticare per alimentarsi, perché sottrae a qualche altro vegetale quel che le abbisogna.


Non necessita quindi di foglie e fusti funzionanti alla luce del sole, non le serve la clorofilla per cui nessun colore verde per lei! Pensa a tutto l'ospite a cui s'attacca, facendo dipartire dal suo grosso rizoma sotterraneo dei particolari filamenti alla ricerca di una radice viva sui cui vasi linfatici penetrare e risucchiare le sostanze nutritive già pronte.


I fiori, innestati tutt'attorno ad un gambo tozzo che reclina verso terra, ostentano una corolla a tubo con la parte superiore rosata a cuffia e l'inferiore biancastra divisa in 3 lobi da cui sfugge uno stilo giallastro e sporgente e sono protetti da un calice a campana e da ampie brattee striate. Davvero un fiore da esposizione!