Se non fosse per la sua attitudine a fare dell'alpinismo, la cicerchia silvestre se ne starebbe ben distesa tra le altre erbe del prato, destinata ad essere foraggio per gli animali.
Invece ha dotato il suo fusto volubile, appiattito come se qualcuno lo avesse stirato, di viticci, semplici filamenti abili ad aggrapparsi; essi non sono altro che foglie le quali, persa la lamina, si sono ridotte alla sola nervatura centrale.
Il fusto, che si dilata sotto forma di lamina verde opaco circondata da stipule alate giganti, forse si espande in questo modo particolare per sostituire quelle parti mancanti che non possono più svolgere un'adeguata funzione clorofilliana.
Su lunghi peduncoli fiorali, dentro calici campanulati con denti di diversa dimensione, alloggiano le corolle rosee del fiore, con petalo- vessillo appariscente a differenza dei petali della carena sobriamente dipinti di bianco-verde e quasi nascosti da quella grande bandiera.