lunedì 17 giugno 2013

Latte di gallina

(Ornithogalum umbellatum)

(dialettale: )


Sobriamente semplici, queste bulbose si stabiliscono in zone soleggiate ed erbose e sono capaci, se lasciate tranquille, di occupare anche notevoli distese.

Forse sono i resti di quelle che un  tempo erano coltivate ed apprezzate come alimento, perché i loro bulbi, usati come ortaggi, venivano portati in tavola bolliti.


Tra foglie basali di forma lineare s'accresce un ciuffo di boccioli che lentamente si dispongono ad ombrello piuttosto rado, forse perché ogni fiore abbia uno spazio adeguato quando i suoi 6 tepali, di un bel colore bianco con strisce verdi che restano occultate nella parte inferiore, si aprono a stella.

La loro  caratteristica è la precisione quasi svizzera  nell'orario di apertura della corolla che apre i battenti solo nelle ore centrali della giornata, di solito fra le 11 e le 15, per cui i francesi la chiamano 'signora delle ore 11'.


Il suo nome scientifico da cui deriva lo strano appellativo italiano significa 'latte di uccello' e poiché questo non esiste, l'espressione è stata coniata per alludere ad un evento portentoso, quasi impossibile a verificarsi.

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