sabato 17 febbraio 2024

Ontano

(Alnus glutinosa e incana)

Ontano bianco o nero? Nella stagione invernale la risposta non può essere immediata perché le foglie, che ne aiuterebbero l'identificazione, sono ai suoi piedi sotto forma di tappeto occultato da un leggero strato nevoso.
Ma sia l'uno che l'altro, in genere con aspetto arbustivo, crescono nelle vicinanze di ambienti periodicamente inondati o paludosi e mostrano grigiastri rami contorti, quasi braccia vegetali snodate che sembrano voler afferrare chi passa loro accanto.


Allo stesso modo precocemente ostentano gruppi di 3-5 amenti maschili bruno violacei, i quali sono spuntati a novembre ed a gennaio sono diventati allungate collane composte da un gran numero di minuscoli fiori con antere gialle sui loro 4 stami.
Invece, come s'addice alle femmine, molto più modesti sono i fiori di questo tipo, simili ad ovetti abbarbicati ad un altro ramoscello di solito posto più in alto rispetto agli amenti dello stesso ramo.


Lentamente s'ingrosseranno dando origine ad un panciuto frutto, chiamato strobilo, una struttura formata da brattee legnose ospitanti piccoli semi con strette ali, i quali continueranno a soggiornare sulla pianta fino allo svilupparsi delle foglie nuove dell'anno successivo, come se fossero riluttanti ad abbandonare la pianta madre.
Sarebbe bello credere che fosse veramente così e forse è proprio per questo che l'ontano rappresenta il simbolo dei sentimenti che non muoiono; più prosaicamente deve questo riconoscimento al fatto che il suo legno resiste per molto tempo se posto nell'acqua e così fu utilizzato dagli umani fin dal lontano tempo delle palafitte.

sabato 10 febbraio 2024

Tremella

(Tremella mesenterica)

Non c'è verso: Giove Pluvio deve aver scelto di mostrare tutta la sua capacità come fornitore d'acqua stando proprio sopra il nostro territorio, il quale, inzuppato fino al midollo, appare incerto se dar spazio alla rinascita primaverile o continuare a pavoneggiarsi in tutte le tonalità di un desolato grigio autunnale.
Ma in tanta triste sobrietà, una forma davvero strana, quasi una deforme escrescenza sembra accendersi e richiamare l'attenzione con una specie di tremolio giallastro: è una pianta senza radici, fusto, foglie e fiori, non autosufficiente dal punto di vista alimentare: il fungo tremella mesenterica.

 

Abbraccia con le sue gialle membrane simili alle anse dell'intestino rami e fusti in decomposizione o quasi, apparendo come un soufflé dalla consistenza gelatinosa talmente trasparente che in certi punti sembra attraversato dalla luce.
E quasi aspetti che da un momento all'altro s'accresca, esploda come il sole quando erutta
.


Invece non ama il caldo e l'asciutto, solo una consistente umidità lo induce a svilupparsi sfruttando la presenza di altri funghi che, per la sua presenza soffocante, sono costretti a bloccarsi nel loro sviluppo, restando nascosti tra il legno e questo organismo inquietante.
Man mano che invecchia si scolora, poiché si ricopre di spore biancastre che riformeranno il micelio: questo vivrà immerso nel terreno e, non vedendolo, non si pensa mai alla sua esistenza fin quando, trionfante, farà di nuovo brillare il suo strano vestito.

giovedì 1 febbraio 2024

Anemone epatica

(Hepatica nobilis- triloba)

Raffinata ranuncolacea, ravviva le zone in penombra con le sue corolle che gareggiano con il colore del cielo di primavera per la loro tinta di un azzurro intenso che può virare al violaceo, al roseo e più raramente al bianco.
Fanno corona a questi fiori, che occhieggiano come occhi di gatto, delle foglie a tre lobi con base cuoriforme, residui dell'anno precedente, sopravvissute con qualche acciacco al clima invernale inclemente.



Avendo forma e colore violaceo-porporino somiglianti al fegato, nella medicina del Medio Evo si consideravano adatti a curare le malattie di questo organo.
I fiori,all'apice di piccioli sottili, lentamente tendenti ad allungarsi e a dondolare al vento, mostrano corolle con numero variabile di vistosi sepali che sembrano petali, sostenuti da tre brattee brunastre.


Tutto ciò mette in evidenza e valorizza il ciuffo di stami biancastri che si dipartono a raggiera da un capolino centrale verdognolo.



Nel linguaggio dei fiori significa 'abbandono', chissà se nel senso di trasmettere un messaggio di saluto definitivo o in quello di abbandonarsi fiduciosi alla corrente della vita.