martedì 2 aprile 2024

Colombina cava

(Corydalis bulbosa)

Quanta confusione per denominare questa pianticella che mette in mostra tutta la sua fragrante levità appena sciolta l'ultima neve, per poi rapidamente scomparire fino all'annata successiva: infatti il suo nome volgare è colombina, ma il nome generico fa riferimento ad un altro uccello, 'corydallis- allodola coronata'.
Pare che sia stata la singolare struttura della corolla che la fa assomigliare alla cresta piumata dell'allodola o anche allo sperone della zampa di questo uccello a far decidere per questa denominazione.


I fiori, riuniti in grappoli terminali sull'unico fusto, mostrano un andamento orizzontale e danno l'idea quasi che ognuno contrasti con il vicino per trovare lo spazio dove sistemare il petalo superiore che s'allunga in un lungo sperone ricurvo e che sovrasta un petalo inferiore che sembra un labbro sporgente; ai lati altri due alati tappano le fessure.
Tinte bianche, crema, rosa, rosse s'intonano perfettamene con il tessuto verde azzurro del fogliame leggero perchè composto di poche foglie irregolarmente suddivise in più lobi di consistenza quasi vitrea.


Da queste cornucopie protese in avanti spuntano 2 stami, la cui caratteristica è di produrre un polline autosterile, in modo da non correre rischi di autofecondazione e uno stilo filiforme che s'augura l'arrivo di api con polline idoneo all'incrocio.
Il tutto trae la sua origine da un bulbo cavo che gli umani antichi avevano scoperto essere in grado di secernere sostanze utili a mitigare il senso del dolore, da utilizzare come anestetico o calmante, anche se con possibili e pericolosi effetti allucinogeni.

Veronica

(Veronica persica)

La veronica, così minuta da sfuggire ad un occhio distratto, in gruppo forma romantici tappeti dalla trama minuta e leggera che sembrano voler mimetizzare il bruno della terra smossa nei campi e negli orti oppure lungo le strade e sui muretti.
 

Vive quindi in luoghi poveri di nutrienti e allora cosa fa la povera affamata quando il nutrimento non basta più? Invia le sue gemme da fusto a nutrirsi più lontano, prostrandole a terra, permettendo loro di allontanarsi e di emettere radici, dando così origine a nuove famiglie.
I fiori, portati da lunghi peduncoli, nascono all'ascella delle foglie, sono solitari e sfoggiano un azzurro smalto che rivaleggia con quello di un cielo sereno dopo un acquazzone di primavera.


Aprono quattro petali saldati tra loro, percorsi da linee sottili che sembrano indicare la via per raggiungere il centro dove alloggiano gli organi sessuali, tra cui gli stami con la parte estrema ingrossata e di color bluastro.

                           

Il nome che porta è importante, richiama un personaggio della tradizione cristiana e per questo in molte zone sono diffuse delle leggende che la vedono come protagonista.
Il fatto di assomigliare a degli occhi ha fatto sì che chi la dona ritenga che occhi divini possano vegliare sul viaggio di chi parte.