Ornata, all'epoca della fioritura abbastanza prolungata, di un grande numero di bocche floreali disposte circolarmente a piani sovrapposti separati ogni volta da un paio di foglie, il lamio è stato chiamato così proprio a causa della forma delle corolle che hanno fatto evocare al botanico Linneo delle terrificanti creature mitologiche chiamate Lamìe.
Per la disperazione Lamìa si nascose in una caverna solitaria diventando un mostro da incubo che rapiva e divorava i figli delle madri più felici di lei.
Non è certo così orrenda questa pianta, i cui fiori hanno sì la bocca spalancata, ma danno più l'idea di essere impegnati in una gran risata piuttosto che pronti ad ingoiarti in un sol boccone.
Anche questo fiore è soggetto ad una sventura, difatti dovrebbe contenere 5 stami, ma quello mediano posteriore quasi sempre abortisce delegando gli altri ad assicurare la fertilità.