domenica 5 maggio 2024

Crescione primaticcio

(Cardamine hirsuta)

Al crescione primaticcio va davvero a genio l'inverno durante il quale incrementa notevolmente la sua presenza, in genere nei terreni a nuda terra lasciati a riposo, disponendo fitte fitte delle rosette di foglie, in modo tale che il tutto appare come una densa stuoia.


Ogni ciuffo assume una forma arrotondata e lievemente convessa perché i gambi violacei, che s'estendono uno accanto all'altro in cerchio, s'arcuano tenendo sollevate le foglioline rotondeggianti disposte in un numero variabile di coppie, mentre un' unica foglia di maggiore dimensione chiude all'apice ognuna di queste ordinate ed eleganti sfilate.
Dal centro, direttamente dal punto dove la sottile radichetta a fittone s'immerge, s'innalzano numerosi fusti quasi spogli, ma impegnati a reggere alla loro sommità dei fiori che si aprono se splende il sole a mostrare le corolle con 4 petali solcati da leggere nervature e disposti in croce.




La fioritura continua a lungo e convive con i frutti, lunghe silique ben erette che superano del tutto questa specie di chignon vegetale, simili alle 'gusele' che molto tempo fa le spose, nel giorno delle nozze, usavano per ornare i capelli.



Alla fine l'insieme delle infiorescenze diventerà una completa testa di semi, pronti a disperdersi con l'esplosiva spinta ottenuta dall'apertura a scatto delle valve del loro involucro.
E forse non a caso, nei tempi andati, il succo ottenuto spremendo questa pianta da fresca era un rimedio per curare la perdita dei capelli e le sue tenere foglie arricchivano il pasto, rendendolo pepato se usate crude.

Sigillo di Salomone

(Polygonatum odoratum)

Questa pianta deve il suo nome solenne al fatto di mostrare nel suo rizoma sotterraneo delle cicatrici circolari ed affossate simili appunto all'impronta lasciata da un sigillo premuto sulla cera; sono il ricordo del suo delicato fusto erbaceo che ha sacrificato per poter affrontare e superare l'inverno in condizioni che le consentono di conservare la vita a quella parte di sé che sta sottoterra.
Da questo suo grosso e nodoso fusto, che tra l'altro sa sviluppare radici per approfittare delle sostanze del terreno, si solleverà un nuovo ramo con un bel grappolo di foglie e fiori e si prolungherà una gemma nuova destinata a succedere al ramo attuale.
Quando esce alla luce del sole, il giovane getto s'accontenta d'un modesto mantello di scaglie, un turione con foglie e fiori ripiegati ed avviluppati che lentamente, giorno dopo giorno, si dispiega partendo da una forma quasi arrotolata e che rimane curvata verso terra anche nel momento della piena fioritura.


E allora si vedono penzolare nella parte inferiore, riuniti a coppie, piccoli fiori biancastri, quasi trasparenti, a forma di tubo che si apre in 6 dentini sfumati di verde.


Sembrano tanti orecchini che fanno da contrappeso alle orecchie rappresentate dalle foglie svettanti sulla parte superiore, di un bel verde chiaro tendente al glauco, rinforzate da lunghe nervature parallele uscenti tutte dalla base e pronte a riunirsi all'apice.


Dalle sembianze delicate ed eleganti, è capace secondo le leggende di allontanare gli spiriti maligni, ma non ti fidar di ciò, perché esso stesso porta in sé la sua dose di tossicità pericolosa.