I prati fertili dopo l'ultima falciatura, ed anche i pascoli, si riempiono dei fiori dorati del dente di leone comune, i quali però non riescono a farli brillare come quando, in primavera, il tarassaco li riempie e li ravviva completamente per la vicinanza dei suoi grandi capolini.
Per ogni stelo di leontodon che s'innalza privo di foglie c'è un capolino, dapprima rivolto verso il basso, ma che poi si rialza e distende i suoi fiori, di grandezza ridotta e più distanziati uno dall'altro, originando un effetto punteggiatura sui terreni.
All'interno di ciascuno spiccano 5 stami che circondano uno stilo filiforme, protetti dai lobi allungati di ogni fiore, che si rinchiudono a sera o in caso di maltempo.
E sul finire dell'inverno sono tra le prime a comparire belle, verdi e fresche, tanto da diventare cibo cotto o crudo per gli umani che le sanno riconoscere.