(Erica carnea)
(dialettale: borsei)
Sognatori in letargo come siamo, talvolta siamo colti di sorpresa da chi, sola soletta, festeggia una sua personale primavera in data assai diversa da quella ufficiale: si tratta dell'erica, un arbusto strisciante, alto una trentina di centimetri, che stende dei drappi di colore sul terreno brinato, o che sporge dalla neve offrendo un ricamo di un rosa delicato su sfondo bianco.
I suoi cespi sono talmente compatti da non permettere al di sotto lo sviluppo di altre piante; se non disturbati, lentamente s'espandono e si danno alla colonizzazione asfissiando lentamente i vicini.
I suoi cespi sono talmente compatti da non permettere al di sotto lo sviluppo di altre piante; se non disturbati, lentamente s'espandono e si danno alla colonizzazione asfissiando lentamente i vicini.
Le sue foglie aghiformi, di un verde polveroso, sono riunite in ciuffetti persistenti.
I fiori hanno l'aspetto di minuscole campanelle a barilotto, cilindriche o tubolari, riunite in spighe fitte di color roseo più o meno intenso.
Nel linguaggio dei fiori alle eriche si suole attribuire il significato 'solitudine, pace', che ben s'adatta all'ambiente naturale dove si ricavano il loro spazio, ossia montagna, brughiera, lande deserte.