(Taraxacum officinalis)
(dialettale: radicio da prà)
Si può dire che il tarassaco è una celebrità, una pianta-star, conosciuta dappertutto anche se con appellativi diversi; merita questa notorietà per l'enorme diffusione, tanto che i prati rilucono per il giallo delle sue corolle nel momento della fioritura primaverile, ma, non contenta, la prosegue con minor effetto cromatico fino all'autunno.
Disperde perciò una miriade di semi, per di più forgiati in modo tale da poter affrontare qualsiasi volo, muniti come sono di una raggiera di peli piumosi impiantati all'apice di un gambo sottile, che funziona anche da paracadute: un apparecchio moderno esistente fin dall'antichità e prodotto dalla natura.
Dimostra inoltre una formidabile forza vitale tanto che, se solo una piccolissima porzione della sua grossa radice a fittone rimane nel terreno, dopo qualche tempo riappare la rosetta di foglie con il contorno a lobi triangolari dentati simili ai denti del leone.
In breve, si spalancano anche i fiori, su fusti cavi quasi trasparenti, riuniti in un capolino e avvolti da due file di membrane con funzione di calice, le quali racchiudono innumerevoli fiorellini a forma di tubo nella parte inferiore, da cui si diparte un prolungamento che fa da petalo.