venerdì 28 giugno 2013

Giglio di monte

(Paradisea liliastrum)

(dialettale: )

Sembra un giglio ma i botanici assicurano che non lo è; si sviluppa da un piccolo bulbo che s'espande in una radice fascicolata. Lo incontri a gruppi ai margini dei boschi, nei versanti soleggiati.

Da un ciuffo di foglie basali scanalate e ricadenti ad arco, emerge un fusto cilindrico, dritto e tenero, senza peli, piuttosto alto.


Nella sua parte superiore reca prima dei boccioli allungati dalla punta macchiata di verde e poi, a partire dal più basso, progressivamente sbocciano i fiori.

Ognuno è in corrispondenza di una brattea che sostiene il lungo peduncolo che s'allarga in 6 tepali candidi lanceolati profondamente divergenti.


All'interno sono collocati 6 stami ricurvi verso l'alto coronati da antere giallarancio  avvolgenti uno stilo altrettanto bianco diritto e terminante in uno stimma a pallina.

Meno solenne e sacrale del giglio vero, ma lo stesso richiama alla mente il simbolo della purezza e della castità.