(Gentiana asclepiadea)
(dialettale: gensianela)
Questa genziana che rallegra con i suoi eleganti steli inarcati e le profonde trombe blu dei suoi fiori i boschi umidi ed ombrosi di montagna sfoggia un nome che ricorda un personaggio importante: Esculapio, dio della medicina e figlio di Apollo, secondo la mitologia greca.
Questo omaggio le è stato attribuito per le proprietà medicinali dei fiori e delle radici, scoperte fin dall'antichità e ritenute un toccasana per gli umani; e pensare che probabilmente si sarà adattata a secernere queste sostanze amarissime per rendersi disgustosa agli animali!
Ma, anche senza questa dote, sarebbe comunque apprezzata perché raggiunge il massimo sviluppo e la fioritura quando quasi tutti gli altri fiori sono in fase calante.
Su fusti molto alti, lignificati e cavi, tendenti a distendersi in orizzontale, arcuandosi leggermente, sta un bel filare di coppie di foglie lucide, opposte, lanceolate, percorse da un reticolo di nervature affossate.
Su fusti molto alti, lignificati e cavi, tendenti a distendersi in orizzontale, arcuandosi leggermente, sta un bel filare di coppie di foglie lucide, opposte, lanceolate, percorse da un reticolo di nervature affossate.
Anche i fiori, disposti in lunga fila uscendo all'ascella delle foglie, rivolti tutti all'insù, aumentano la freschezza vivida della pianta: calice tubolare e sepali separati, corolla campanulata crateriforme, stami in numero uguale a quello dei lobi, stilo semplice, sfumature violaceo- rossastre all'interno.
E voilà: anche gli angoli più bui e tristi del sottobosco potranno cantare 'Nel blu, dipinto di blu'.