(Primula farinosa)
(dialettale: primavere )
Dà l'impressione di essere un po' pallida e malaticcia la primula farinosa per i suoi colori soffusi, in parte attenuati da quella lievissima peluria biancastra che ricopre foglie e stelo.
Invece questa sua pelosità è una forma di adattamento intelligente alle condizioni qualche volta difficili in cui deve sopravvivere: questa fitta lanugine appena visibile crea uno strato isolante che attenua la differenza di umidità tra l'aria esterna e l'interno dei tessuti, rallentandone l'evaporazione.
Ciò era necessario quando in epoche precedenti viveva a superiori altitudini, migrando poi in basso durante l'ultima glaciazione e rimanendo distribuita qua e là in piccole aree quando i ghiacci di nuovo si ritirarono più in alto: qualcuno la definisce, con epiteto altisonante, 'relitto glaciale'!
Attecchisce nei prati torbosi dove si sviluppa lentamente in modo poco evidente la sua ordinata rosetta di foglie basali ondulate e con dentini microscopici lungo i bordi; ma poi quasi d'improvviso s'innalzano steli scanalati, sottili e un po' gobbi come se il peso dell'infiorescenza in boccio fosse eccessivo.
Le corolle che s'aprono ad angolo retto rispetto al calice rinforzato mostrano 5 petali di un delicato viola morbido,ravvivato all'imbocco del tubo corallino da un sottile bordino giallo vivo.
Non è più uno dei primi fiori a salutare la primavera come altre sue sorelle, ma con quei petali a forma di cuore sembra lo stesso augurare che per ognuno di noi sia sempre primavera.