(Pulmonaria officinalis)
(dialettale: erba regina)
Il linguaggio dei fiori in uso nell'Ottocento sentenzia che alla polmonaria è da assegnare il significato di 'menzogna'.
Come mai un accostamento così poco onorevole al mentire?
La probabile risposta sta nella mutevolezza del colore dei fiori di questa pianta d'aspetto peloso e nell'apparire di macule globose sempre più ampie sulle foglie in continuo aumento di grandezza.
Le corolle dei fiori, tubi allungati che si espandono in 5 lobi, si tingono di una diversa sfumatura di colore man mano che s'avvicina il momento della fecondazione, pare per facilitare la visione agli insetti visitatori: rossi i boccioli, rosa appena sbocciati, color malva quando i fiori sono fertili, violacei dopo la fecondazione, blu quando sono appassiti.
Una vera tavolozza di colori sullo stesso gambo cosparso all'inizio della primavera di minifoglie oblunghe, macchiate di bianco-grigiastro che con l'avanzare della stagione s'ampliano formando ciuffi che danno un particolare tocco cromatico al sottobosco.
E a queste si riferisce anche il nome 'da pulmonarius' (ammalato di polmoni) in quanto esse ricordano l'aspetto di questi organi e in effetti furono molto usate per curare anche gravi malattie polmonari.