(Oxalis)
(dialettale: pan e vin)
Spunta nei boschi tra le radici affioranti, dalle fessure di muri sconnessi, dalla ghiaia delle cunette lungo le strade: temperamento invadente se il suo rizoma squamoso trova un sedimento adatto alle sue esigenze alimentari.
Non appare dotata di fusto, ma di foglie sì, di un fresco verde tenero, inserite a tre o a quattro sullo stesso picciolo, unite per le punte del cuore che rappresenta la forma di ciascuna.
Sono foglie che alle prime ombre della sera assumono una posizione di sonno, perché si ripiegano ordinatamente a ventaglio lungo il gambo, come un ombrello chiuso; e non basta, sono anche 'metereopatiche', in quanto si comportano così anche durante il giorno, quando si sta approssimando una perturbazione.
E, 'acetum in fundo', hanno un sapore acidulo dovuto alla presenza di ossalato di potassio e proprio a questo devono il loro nome volgare ed anche quello scientifico dal greco 'oxys - acido e hals -sale', sale che un tempo veniva estratto ed usato per smacchiare.
I fiori, molto semplici, a calice con 5 petali talvolta fusi alla base, sono bianco- rosei, con leggere venature violacee che segnalano il centro giallastro. Sono di due tipi, secernendo alcuni molto nettare per attirare gli insetti , ma risultando spesso del tutto sterili, e non schiudendosi altri per autoimpollinarsi con successo.
Anticamente la pianta era dedicata a Venere, la dea dell'amore e aveva il potere di proteggere le giovani madri, e in effetti fanno pensare ad una vita nuova.