(Tremella mesenterica)
(dialettale )
Non c'è verso: Giove Pluvio deve aver scelto di mostrare tutta la sua capacità come fornitore d'acqua stando proprio sopra il nostro territorio, il quale, inzuppato fino al midollo, appare incerto se dar spazio alla rinascita primaverile o continuare a pavoneggiarsi in tutte le tonalità di un desolato grigio autunnale.
Ma in tanta triste sobrietà, una forma davvero strana, quasi una deforme escrescenza sembra accendersi e richiamare l'attenzione con una specie di tremolio giallastro: è una pianta senza radici, fusto, foglie e fiori, non autosufficiente dal punto di vista alimentare: il fungo tremella mesenterica.
Abbraccia con le sue gialle membrane simili alle anse dell'intestino rami e fusti in decomposizione o quasi, apparendo come un soufflé dalla consistenza gelatinosa talmente trasparente che in certi punti sembra attraversato dalla luce.
E quasi aspetti che da un momento all'altro s'accresca, esploda come il sole quando erutta.
Invece non ama il caldo e l'asciutto, solo una consistente umidità lo induce a svilupparsi sfruttando la presenza di altri funghi che, per la sua presenza soffocante, sono costretti a bloccarsi nel loro sviluppo, restando nascosti tra il legno e questo organismo inquietante.
Man mano che invecchia si scolora, poiché si ricopre di spore biancastre che riformeranno il micelio: questo vivrà immerso nel terreno e, non vedendolo, non si pensa mai alla sua esistenza fin quando, trionfante, farà di nuovo brillare il suo strano vestito.