(Humulus lupulus)
(dialettale: briscandol)
Pianta volubile delle siepi, il luppolo si sveglia presto in primavera, emettendo tra il seccume dei getti bruno-verdastri, cosparsi di foglioline rossicce e di piccoli aculei che li rendono rugosi al tatto.
Questi aghi, simili a piccole incudini, sono distribuiti in modo irregolare lungo i 6 spigoli del fusto; hanno la funzione di ganci per ancorarsi alla pianta scelta come palestra d'arrampicata e di guardia del corpo per difendersi dal morso degli animali affamati.
Preso dall'ansia di crescere, questo germoglio brucia le tappe e, muovendosi a spirale da sinistra a destra, in poche settimane raggiunge altezze ragguardevoli, scegliendo con discernimento fusti vicini e piuttosto sottili, in modo da economizzare sul tempo, sul lavoro e sul materiale: un vero esempio di programmazione del risparmio!
Quando finalmente le alte cime agognate sono raggiunte, sviluppa un rigoglioso e spumeggiante fogliame, composto da foglie palmate e bene espanse, appese a picciòli robusti e sostenute da resistenti nervature.
Soltanto allora, ormai è agosto, dalle ascelle delle foglie spuntano le infiorescenze, ma diverse a seconda se la pianta è maschile o femminile: i minuti fiori maschili con 5 tepali e 5 stami sono raggruppati in pannocchie pendenti e a favore di vento per aiutare la dispersione del polline; gli amenti femminili sembrano piccole pigne verdi-giallastre con membrane sovrapposte, da dove s'affacciano 2 stimmi pelosi collegati all'ovario.
Alla base delle brattee, che poi s'ingrandiranno, ci sono piccoli serbatoi a forma di sacco che contengono della polvere resinosa, gialla e granulosa: è la luppolina, appunto la sostanza amara che viene usata in farmacia, ma che il luppolo produce per difendere i propri semi dall'attacco degli uccelli.