(Saponaria officinalis)
(dialettale: erba grasa)
Non a caso la saponaria porta questo nome: è il detersivo dei tempi andati, quando si osservò che le sue radici, frantumate e sbattute nell'acqua, producono una schiuma ricca di saponina, ottima per lavare in particolare la lana, tanto che i famosi tappeti dei popoli nomadi dell'Asia erano detersi con questo sistema.
Si capì poi che i frammenti dei suoi rizomi seccati, bianco-giallastri all'interno e rossicci di fuori, depurano anche la sporcizia depositata negli organi interni degli umani, assegnandole il compito di ripulire e disinfettare.
Dagli stoloni che s'espandono dal rizoma si ramificano molti fusti cilindrici, tozzi e con nodi evidenti che portano foglie opposte, ellittiche con nervature parallele, senza picciolo e di un verde pallido.
I fiori si dispongono a grappolo sulla sommità: da un calice cilindrico, striato da nervature violacee, con bordo a 5 denti, s'apre di sera la corolla con 5 petali rosei, emananti un delicato profumo.
Nel centro s'arricciano anche delle linguette rosate più corte dei petali, a protezione di 10 stami e 2 stili; la pianta simboleggia la perfezione, perché i suoi fiori danno l'impressione della purezza e perché foglie e radice offrivano preziose sostanze detersive.