venerdì 18 aprile 2014

Noce

(Juglans regia)

(dialettale: nogher)


A fine 1800, il Bazolle nel suo libro 'Il possidente bellunese' spiega che il 'nogher' ama sentire i contadini cantare il rosario, intendendo con ciò che questa pianta ha bisogno di essere presso le case, perchè in questo modo viene concimata: ancora adesso la si incontra di preferenza accanto a dei fabbricati e in genere solitaria o in pochi esemplari.

L'aspetto maestoso della chioma, l'intreccio consistente delle foglie assai ampie, l'altezza ragguardevole, il portamento fiero possono apparire come segni indicatori della sua notevole resistenza, quasi una prepotenza contro gli altri; avendo escogitato un metodo per allontanare i parassiti,  questo l'aiuta a difendersi anche da altre specie vegetali che volessero insediarsi nelle sue vicinanze.

Infatti produce nelle sue foglie dei tannini che poi si depositano nel terreno rendendolo poco abitabile, pare anche agli umani, tanto che si dice ancor oggi che non è conveniente dormire all'ombra di un noce.perchè potrebbe far ammalare.


Abbastanza ingombrante, quasi egoista quindi, ma, come sempre, accanto ai difetti presenta anche i pregi: il più 'gustoso' consiste nei suoi frutti, così buoni da essere stati un tempo consacrati a Giove, il padre degli dei, tanto che nella classificazione botanica il noce è detto 'juglans regia ', 'ghianda di Giove'.

Ambivalente è anche il significato che gli viene attribuito: ha legami con il mondo infernale perchè prediletto da streghe e demoni che gli danzano attorno, ma anche con la grande Madre, portatrice di fortuna e prosperità.


Doppi pure i fiori, senza petali, sulla stessa pianta: i maschili, 6 tepali bruno verdastri, ricchi di stami, sono disposti in file ordinate su strutture pendule che si preparano già nel corso dell'anno precedente accanto alla cicatrice che ogni foglia cadendo lascia; i femminili, solitari o a coppie, appaiono all'apice dei germogli nuovi e l'ovario deriva da 2 foglie affacciate l'una contro l'altra.


Ciò può essere riconosciuto osservando il guscio della noce matura che si divide in 2 metà simmetriche somiglianti a barchette dentro cui  se ne sta adagiato il gheriglio, simile al cervello umano e per questo ritenuto capace di curare le malattie e le turbe mentali.