lunedì 5 agosto 2013

Veccia montanina

(Vicia cracca)

(dialettale: )

Talvolta appaiono d'improvviso tra altra vegetazione d'altro tipo delle foglie composte da una lunga serie di coppie di foglioline arrotondate su assi incurvati ed avvolti a spirale.

Ciò che attira l'attenzione sono dei viticci che si sviluppano all'apice, segno che la veccia ha trasformato le ultime lamine in mani destinate ad innalzarla fino alla luce aggrappandosi con queste ai rami altrui.


Dall'ascella di ogni foglia emerge un lungo peduncolo che porta una lunga fila di fiori fitti fitti con calice a scodella dal bordo un po' slabbrato e pelosetto.

La corolla, con petalo superiore rivolto all'insù, laterali ben aderenti ai fianchi e inferiori concresciuti, nasconde ben 10 stami saldati insieme ed 1 libero attorno ad uno stilo incurvato.

Il colore molto intenso varia dall'azzurro al rosa, al violetto, al purpureo: questo corredo di tinte e di forme potrebbe far pensare che è specie delicata.


Invece è una pianta pioniera, adatta a vivere in terreni poveri perché ha risolto i suoi poblemi di approvvigionamento alimentare mediante accordi precisi con un batterio che si insedia nelle sue radici producendo dei noduli dove avviene uno scambio, per cui essa può usufruire di composti azotati offrendo all'ospite composti organici e sali.

Per il bene di tutti, anche nel buio della terra, ci si impegna in intese concordate.