(Silene nutans)
(dialettale: )
Se ne sta lì questa silene ciondolante, a picco su rocce e pietre nude, e a guardare alcune sue infiorescenze sembra sfinita, come se fosse in carenza d'acqua o di nutrimento ed anche i suoi petali hanno una brutta cera.
Sono 5, a forma di lingua biforcuta, viranti al rosa, stretti, all'uscita dal calice piuttosto vischioso ed irrobustito da 10 nervature longitudinali in rilievo, da una specie di bianco collarino a punte.
Alcuni sono arricciati, altri stirati per bene, alcuni rivolti verso il basso, altri all'indietro: sono così acconciati per dare dei segnali, ma a chi? Probabilmente a chi è interessato a far loro visita, cioè a farfalle notturne, attirate anche da un lieve profumo che si sprigiona solo allo scendere della sera.
Ed esse, accostandosi ad un fiore appena sbocciato, troveranno la prima notte 10 stami distesi a spirale con le loro antere marroni e i petali rivolti all'indietro ben distesi, la seconda i petali un po' più arricciati in punta e gli stami aggrovigliati e la terza soltanto i tre lunghi stili prominenti collegati all'ovario ben maturo tra stami avvizziti e petali invecchiati.
E tutto ciò per impedire la fecondazione tra elementi del medesimo fiore, perché lo sanno perfino le piante che i figli nati da genitori privi di parentela sono più sani, robusti e forti e ciò garantisce il proseguimento della specie.