Il vostro piede lascia una verde traccia sull'erba bianca di guazza.
Voi aprite un cespuglio bagnato e un tiepido odore raccolto nella notte vi investe;
tutta l'aria è satura del fresco amaro dell'assenzio, del miele della saggina e del trifoglio;
in lontananza come un muro s'erge il querceto, brilla e s'arrossa nel sole;
fa fresco ancora ma già si sente l'avvicinarsi del caldo.
La testa gira voluttuosamente per l'esuberanza degli aromi.
i cespugli non hanno fine....
(Ivan Turgenev)
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