mercoledì 22 maggio 2013

Bugula comune

(Ajuga reptans )

(dialettale:   )


Cosa non si fa anche nel mondo vegetale per garantirsi la sopravvivenza? Ogni pianta sviluppa uno o più accorgimenti affinché la propria discendenza rimanga nel mondo e la bugula ne adotta parecchi.

Innanzitutto raggruppa lungo tutto  il suo robusto fusticino vellutato un gran numero di fiori in modo che il loro colore azzurrino spicchi meglio tra le altre erbe del prato che stanno per sovrastarla ed occultarla.



Tra i fiori sovrapposti intervalla delle brattee rosseggianti che fanno da tetto protettivo ai suoi organi sessuali altrimenti esposti alle intemperie perché ogni corolla mostra un labbro superiore come troncato: da questo fanno capolino le antere dei 4 stami messi in bella mostra per invogliare gli insetti alla visita e pronte ad aprire le loro fenditure da cui fuoriesce il polline per infarinarli.

Il labbro inferiore invece è particolarmente ampio ed espanso in 3 parti su cui è facile rimanere comodamente in sosta e seguire alcun leggere linee indicatrici della direzione da tenere per trovare il cibo che stanno cercando.


Tutta la pianta è leggermente pelosa per evitare una traspirazione eccessiva, ma anche per guidare l' eccesso di rugiada e di pioggia verso l'esterno senza bagnare il polline.

Non paga di tutto ciò, allunga anche i suoi stoloni che si fissano al terreno lontano dalla pianta madre che ottiene così una diffusione notevole e una garanzia di ottima sopravvivenza.