giovedì 24 ottobre 2013

Ginestrino

(Lotus corniculatus)

(dialettale: galet)

Osservandone alcune parti, il ginestrino appare come un grande imitatore: i suoi baccelli radianti sono simili a zampe d'uccello, così come la sua corolla può far pensare alla testa di un rapace o di un pappagallo con un becco vistoso sotto una cresta arrotondata.


Il pastoso colore giallo percorso da striature rossicce e soffuso di rosso aranciato all'esterno delle sue fresche infiorescenze lo ha fatto denominare nei paesi anglosassoni 'bacon and eggs - uova e pancetta'.

Come ogni leguminosa che si rispetti, il fiore irregolare, nel suo insieme, tenta di farsi passare per una farfalla, mentre la carena funziona quasi come un tubetto di dentifricio: infatti essa si presenta nella parte terminale in forma di tubo conico con un forellino aperto in punta. dentro cui stanno gli stami.


Se un insetto atterra per cercare del nettare, la carena s'abbassa mentre il fascetto degli stami col pistillo resta rigido e preme sul polline depositato nel tubo e lo spinge fuori dalla fessura all'apice simile ad un sottile vermetto giallastro che va ad appiccicarsi alla parte inferiore del corpo dell'ospite. Alla fine dal buchetto uscirà lo stimma maturo che potrà ricevere il polline di altri fiori.

Appena al di sotto dei calici tubolari  se ne stanno, come a fare la guardia, delle brattee a 3 lobi,e ancora più in basso si distende un abbondante fogliame composto da foglioline riunite a 3 a 3 e capaci di movimenti  a seconda della luminosità e dell'umidità atmosferica.


Conosciuta fin dall'antichità e coltivata come cibo per il bestiame, da cui ha avuto origine il nome  'lotos - pianta foraggera', nutre anche il terreno perché ha un rapporto simbiotico con alcuni batteri del suolo i quali formano noduli sulle radici fissando l'azoto atmosferico.