mercoledì 9 luglio 2014

Platantera comune

(Platanthera bifolia)

(dialettale:   )


L'orchidea platantera usa una strategia di richiamo degli insetti un po' dispettosa: confina infatti il suo serbatoio di nettare in fondo ad un lungo sperone filiforme, lievemente incurvato verso il basso,di cui ogni fiore, leggermente profumato verso sera, è fornito.

Pertanto solo farfalle dotate di estesi e sottili organi succhiatori sono ammesse a godere di tale dolcezza, pagandola con il servizio di trasporto in un altro sito del polline gelatinoso contenuto nelle logge dell'antera posizionata al centro  di ogni fiore.


Un allestimento di scena  assai complicato, rilevabile anche nella struttura delle corolle bianche, quasi traslucide, i cui 6 segmenti sono disposti in modo eccentrico, tra cui spicca in modo particolare il labello nastriforme che pende come una lingua da una bocca spalancata e appunto bilanciato posteriormente dallo sperone allungato.


L'intrecciarsi nella spiga fiorale di lingue e speroni appare come un ricamo prezioso, bizzarro e sensuale, tanto che nei tempi andati si riteneva che nelle sue radici fosse conservato il ricordo delle parti anatomiche sessuali maschili.

Infatti il fusto nascosto sotto terra è composto da 2 radici modificate e ingrossate per immagazzinare sostanze di riserva, una più avvizzita, l'altra più turgida, di forma ovoidale.

La parte emergente si erge diritta, accompagnata alla base da una coppia di foglie intensamente colorate di verde, mentre piccole membrane accompagnano ogni peduncolo fiorale proteggendolo e sottolineandone il fresco biancore.