venerdì 1 febbraio 2019

Anemone epatica

(Hepatica nobilis- triloba)

(dialettale   )


Raffinata ranuncolacea, ravviva le zone in penombra con le sue corolle che gareggiano con il colore del cielo di primavera per la loro tinta di un azzurro intenso che può virare al violaceo, al roseo e più raramente al bianco.
Fanno corona a questi fiori, che occhieggiano come occhi di gatto, delle foglie a tre lobi con base cuoriforme, residui dell'anno precedente, sopravvissute con qualche acciacco al clima invernale inclemente.




Avendo forma e colore violaceo-porporino somiglianti al fegato, nella medicina del Medio Evo si consideravano adatti a curare le malattie di questo organo.
I fiori,all'apice di piccioli sottili, lentamente tendenti ad allungarsi e a dondolare al vento, mostrano corolle con numero variabile di vistosi sepali che sembrano petali, sostenuti da tre brattee brunastre.


Tutto ciò mette in evidenza e valorizza il ciuffo di stami biancastri che si dipartono a raggiera da un capolino centrale verdognolo.



Nel linguaggio dei fiori significa 'abbandono', chissà se nel senso di trasmettere un messaggio di saluto definitivo o in quello di abbandonarsi fiduciosi alla corrente della vita.