domenica 24 novembre 2013

Capelvenere

(Adiantum capillus-veneris)

(dialettale:   )


Assegnarle un nome così impegnativo come 'capello di Venere' rappresenta già una certificazione di bellezza, non tanto per i fiori che non produce perché è una piccola felce, quanto per la fluida eleganza delle sue fronde.

Infatti da un  rizoma strisciante variamente ramificato, sospeso su muri e rocce quasi del tutto in ombra, si sviluppano sottili piccioli scuri ed elastici che portano delle foglie verde chiaro, percorse da nervature sporgenti verde scuro..

Ondeggiando leggermente ad ogni spirare di vento e amando lo stillicidio delle gocce d'acqua che non le imbevono , ma che scivolano giù, tanto che nella mitologia la pianta era collegata alle ninfe delle acque, appaiono proprio come una capigliatura più o meno densa ed acconciata.


Ogni fogliolina fertile, piatta e che si irradia da un punto centrale come un ventaglio,  porta lungo il bordo libero della sua pagina inferiore le spore di color ocra protette dal margine lievemente incurvato.

Quando le temperature s'abbassano le foglie cadono e il capelvenere riapparirà a primavera con fronde novelle talvolta lievemente colorate di rosa, ma sempre dall'aspetto delicato, tanto da dar ragione al fatto che nel linguaggio dei fiori è simbolo di modestia e discrezione.