lunedì 8 aprile 2013

Anemone bianca

(Anemone nemorosa)

( dialettale:        )


Approfitta dei raggi che si insinuano tra i rami ancora nudi per risvegliarsi e ripopolare le radure delle faggete, dei querceti e dei boschi misti battuti dal vento.


Non per nulla, gli antichi greci l' avevano chiamata così da 'anemos-vento', assegnando a questa pianticella il ruolo di  sposa di Zefiro, venticello caldo che rende tutti fecondi, e disponibili al soffio della vita nascente: sembra un fiore fragile e labile, ma è solo apparenza, perché si rivela solido ed adattabile tanto da ricoprire come un arazzo notevoli estensioni di terreno.

Quando il sole si fa più insistente, ecco che le corolle di molte piante si schiudono contemporaneamente e sembrano guardare tutte nella stessa direzione, a meno che la pioggia non faccia incurvare l'unico gambo che sostiene una corolla di 6-8 sepali bianchi, sottolineata appena sotto da un collarino di 3-5 foglie frastagliate di una forte tonalità verde-scuro.


Al centro di queste stelle, candide nella parte interna e con striature appena soffuse di viola nella parte inferiore spicca un agglomerato di stami e pistilli vistosi a formare una specie di bottone giallo - verdastro.

La piantina rimane visibile  fino a quando il suo ciclo è compiuto, poi soltanto la 'zampa', il suo piccolo rizoma, vivrà sotto terra in attesa, come la bella addormentata, del risveglio nella primavera successiva.