venerdì 16 agosto 2013

Aconito giallo

(Aconitum lycoctonum)

(dialettale:  )

Già gli antichi conoscevano la sua tossicità, tanto che il nome pare derivi da 'akoniton - erba velenosa'; inoltre la forma del suo fiore, che ricorda un elmo alto e stretto non poteva non richiamare l'immagine di guerrieri in lotta, magari utilizzando il veleno estratto dalle sue  radici per rendere mortali le loro armi.

Nella mitologia dei paesi nordici l'aconito rappresenta il simbolo dei guerrieri erranti, ma non gode di buona fama, tanto da essere considerato nel linguaggio simbolico un emblema di furbizia, di dissimulazione, di ambiguità e di vendetta.


Da una robusta radice tuberosa prima emergono foglie decorative di un intenso verde scuro, a forma pentagonale con lobi ampi a loro volta profondamente incisi in segmenti sottili e lunghi, solcati da nervature molto evidenti; man mano che occupano posizioni superiori lungo il fusto, rimpiccioliscono fino a diventare delle lingue sottili su uno stelo allungato.

Su questo s'affollano i fiori bianco- giallastri, incarnato questo che fa pensare alla malattia, con struttura alquanto stravagante; ci sono sepali, come il dorsale e il superiore che, dopo essersi  molto allungati, s'incurvano formando un'esagerata cupola per proteggere i petali interni produttori di nettare.


Gli stami con antere scure sono numerosi ed anche i pistilli, precocemente svelati dal cadere delle protezioni che li avvolgono.