martedì 22 ottobre 2013

Vincetossico comune

(Vincetoxicum hirundinaria)

(dialettale:   )


Nell'ombra rada del sottobosco, dove il sole riesce a penetrare, si sviluppa un'asclepiade che può alzarsi anche fino ad un metro di altezza, così ordinata nel portamento da sembrare un soldatino sull'attenti.


Infatti su un fusto cavo, semplice e diritto, con peluria geometricamente disposta su 2 linee s'aprono, una di fronte all'altra ed uscenti dallo stesso nodo, delle foglie oblunghe dipinte di un verde severo, solo in parte alleggerito nella lamina inferiore da reticoli più chiari.

Tra le foglie così disposte in lunghe file s'affaccia un peduncolo che regge un gruppo di fiori imbutiformi dall'aspetto semplice, su calici  verdastri con  denti lineari.

Le corolle bianche o appena giallognole distendono, incurvandoli, 5 lobi allungati simili a petali; la cosa che li caratterizza è una corona di appendici nettarifere che circondano gli organi sessuali, tra cui gli stami uniti a formare una specie di colonna.


Il nome 'vincetoxicum' spiega da solo la credenza antica che fosse efficace contro gli avvelenamenti; è invece una pianta tossica per gli umani, pur potendo utilizzare per varie terapie i rizomi e le radici. 

Non è però velenosa  per un fungo che si può insediare sulle foglie a maggio, giugno sotto forma di piccole pustole arancioni e da lì questo Cronartium flaccidum può proseguire le sue fasi di sviluppo trasferendosi sull'ospite principale che è il pino, riempiendo di polvere rugginosa gli aghi e poi diffondendosi alla corteccia dei rami e del tronco.