venerdì 22 marzo 2013

Erica

(Erica carnea)

(dialettale: borsei)


Sognatori in letargo come siamo, talvolta siamo colti di sorpresa da chi, sola soletta, festeggia una sua personale primavera in data assai diversa da quella ufficiale: si tratta dell'erica, un arbusto strisciante, alto una trentina di centimetri, che stende dei drappi di colore sul terreno brinato, o che sporge dalla neve offrendo un ricamo di un rosa delicato su sfondo bianco.
I suoi cespi sono  talmente compatti da non permettere al di sotto lo sviluppo di altre piante; se non disturbati, lentamente s'espandono e si danno alla colonizzazione asfissiando lentamente i vicini.


Le sue foglie aghiformi, di un verde polveroso, sono riunite in ciuffetti persistenti.


I fiori hanno l'aspetto di minuscole campanelle a barilotto, cilindriche o tubolari, riunite in spighe fitte di color roseo più o meno intenso.


Nel linguaggio dei fiori alle eriche si suole attribuire il significato 'solitudine, pace', che ben s'adatta all'ambiente naturale dove si ricavano il loro spazio, ossia montagna, brughiera, lande deserte.
Pare anche che le loro radici siano così forti da spezzare perfino le rocce dove cercano di ancorarsi e farsi strada. In effetti sono le avversità e i contrasti a fornire a ciascuno la capacità di crescere e sopravvivere.