martedì 8 ottobre 2013

Lattuga dei boschi

(Mycelis muralis)

(dialettale:  )

La lattuga dei boschi, abbastanza opportunista, sfrutta per la sua personale conquista del territorio, la costruzione di strade forestali e la presenza di muri e ruderi, purché attorno ci siano l'ombra umida di grandi alberi e un substrato calcareo derivante dallo sgretolamento di pietre ed intonaci.


Il suo fusto cavo allungato e snello, privo di foglie nella parte superiore e con ramoscelli quasi ad angolo retto come manichini, richiama l'immagine di uno spilungone cresciuto esageratamente e troppo in fretta; spezzandolo trasuda un succo lattiginoso, sistema di difesa ideato per scoraggiare gli erbivori.

Lascia in basso le sue poche e rustiche foglie, peraltro commestibili se giovani anche dagli umani, verdi sfumate di rosso, e suddivise in lobi angolosi con denti rivolti da tutte le parti e vistose appendici terminali perché più ampie  e triangolari.

L'infiorescenza che sembra un velo a trama larga è un insieme di capolini, formati da uno stretto involucro cilindrico con brattee interne lineari ed esterne minuscole; lungo il bordo circolare spiccano 5 lingue con l'apice suddiviso in 5 denti aguzzi, che sono l'accrescimento di uno dei lobi dei fiori inseriti tra le brattee, dotati di stami e pistillo.


Nel caso siano subito fecondati, si possono rinchiudere anche nello spazio di una mattinata, ma poi se ne aprono altri, tanto che la fioritura della pianta può durare molto; ogni fiore produrrà un achenio corredato di pappo peloso che il vento trasporterà anche molto lontano.