sabato 6 luglio 2013

Giglio rosso

(Lilium bulbiferum)

(dialettale: fior de S. Giovanni)

Si fa notare da lontano il giglio detto di San Giovanni, perché apre le sue corolle nel periodo di giugno in cui si festeggia questo santo: è una macchia rosso-aranciata che s'innalza sul fondo verde dei prati , spesso al margine delle siepi e dei boschi.


Il tutto svetta arditamente verso l'alto ed appunto nel linguaggio dei fiori simboleggia la fiamma dell'amore, quella che fa dire 'Brucio per te'.

Questo grande fiore, solitario all'apice del fusto o in gruppo di due-tre, è una campana rivolta all'insù formata da un giro di 6 tepali, 3 veri petali e 3 sepali diventati petali, divisi completamente uno dall'altro fin dalla base dove sono inseriti, cosparsi di minuti peli scuri.

Una corona di 6 stami liberi con antere grigiastre che sembrano appese in un equilibrio precario circondano un pistillo che sporge con il suo stimma violetto.


L'elemento che spesso lo caratterizza è la presenza all'ascella delle foglie, sottili e scure, distribuite lungo il fusto, di palline verdi-marrone, paffute e rigonfie, vestite di squame spesse e carnose.

Rappresentano la prova della lungimiranza della pianta: infatti producendo pochi semi o non trovando essi terreno ed ambiente idonei ad una loro facile germinazione, supplisce a ciò dotandosi di queste particolari gemme, le quali, cadendo a terra emettono radici, aprono foglie e diventano ben presto esseri indipendenti. Anzi è tale la furia di andarsene che molte di loro, anche se ancora all'ascella delle foglie, gettano una o due radichette oscillanti in aria, quasi a voler andare incontro al terreno.


Anche i vegetali si supportano con altri mezzi ingegnosi quando le normali vie di sviluppo sono poco praticabili.